Al pari degli altri tipi di mediazione, ossia la civile e quella familiare, anche la mediazione penale consiste in un incontro tra le parti, in questo caso della persona autrice del reato (il cosiddetto reo) e della persona offesa.
Tale incontro avviene sempre davanti a una terza persona, il mediatore, che deve essere non solo qualificata ma soprattutto imparziale.
La mediazione penale ha una finalità più collettiva: ottenere infatti una pacificazione in questi casi vuol dire giovare all’intera società perché si lavora sulla responsabilizzazione del reo e sul riconoscimento della vittima in quanto persona.
Spesso chi subisce un reato è soggetto a una vittimizzazione secondaria, fenomeno che avviene quando ci si sente delegittimati o non creduti dalle istituzioni rispetto a quello che è successo e allo stesso tempo, tra familiari e amici, non si trova quel sostegno e conforto di cui si avrebbe bisogno.
Grazie alla mediazione penale, invece, la vittima si sente in primo luogo ascoltata.
E non solo: il reato in questo modo non viene più considerato come un’offesa contro tutta la collettività ma viene ritenuto la parte emergente e giuridicamente rilevante di una relazione sociale ma anche di una realtà deteriorata.
Responsabilizzare chi ha commesso un reato e proporre una mediazione vuol dire far compiere un passo in avanti al colpevole. E questo è ancora più importante nel caso in cui i protagonisti siano i minori.
Nei casi di bullismo o cyberbullismo intervenire in tempo, grazie alla mediazione, significa lavorare anche per evitare che in futuro si riverifichino situazioni del genere.
Vale ovviamente anche per gli adulti. Il nuovo istituto di messa alla prova in fase di indagini preliminari, consente di attuare dei meccanismi che possano consentire, in alcuni casi, di evitare il carcere.
Ma accettare un percorso di mediazione penale (con consenso del reo e dell’offeso, ritraibile in qualunque momento) non vuol dire in automatico che il reo abbia uno sconto o una riduzione della pena o che la eviti del tutto.
Responsabilizzare il reo e riconoscimento della persona che è vittima: questo l’obiettivo della mediazione penale.
I vantaggi della mediazione penale
Anche se rispetto alle indicazioni europee, l’Italia è ancora agli inizi per la mediazione penale, i vantaggi sono diversi:
- la vittima esce dal ruolo di vittima e viene ascoltata come persona specifica
- si evita il fenomeno di vittimizzazione secondaria
- si dà voce alla sofferenza della parte offesa
- per il reo c’è la possibilità di evitare la recidiva
- si mettono in relazione reo, vittima ma anche la stessa comunità
- si interviene sui conflitti grazie a un approccio da un lato umanistico in cui le emozioni, il dolore, i sentimenti possono non solo essere detti ma anche ascoltati e dall’altro trasformativo. Anziché antagoniste in una relazione, le parti diventano persone che si assumono una responsabilità
- la mediazione tiene conto delle dimensioni e delle
potenzialità relazionali, emotive e umane.
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