“Dipingere non è un’operazione estetica: è una forma di magia intesa a compiere un’opera di mediazione fra questo mondo estraneo ed ostile e noi.” Pablo Picasso

Visualizziamo i colori che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Io ci ho provato e, per una volta, ho avuto l'impressione che questi colori ci accomunassero tutti. Ed allora perché non fermarci a discutere della parola Comunità? Magari provando a ridisegnarla anche per rimarcare i suoi confini talvolta sfumati. Parliamone con il semplice buon senso e quel poco di saggezza che talvolta ripeschiamo dal cilindro.

Quale fra le diverse emozioni vi sembra abbia tinteggiato, con i suoi colori caratteristici, questi ultimi dieci anni?

Anni difficili questi, possiamo riconoscerlo: io intravedo il rosso sbiadito di una rabbia che ha perso la sua energia ed ha lasciato un fondo di amarezza; il blu ceruleo di una tristezza che minaccia il futuro… ma anche il bianco, di un fiore che sboccia all’improvviso come risposta ad una richiesta di purezza e di un desiderio di fare “tabula rasa” e ricominciare da zero; il verde smeraldo, gentile richiesta di riavvicinamento verso una natura un po’ (tanto) tradita.

Per una volta, mi sembra che questi colori ci accomunino tutti. Ed allora perché non fermarci a discutere della parola Comunità? Magari provando a ridisegnarla anche per rimarcare i suoi confini talvolta sfumati. Ridisegnarla… però senza colori che ricordino aderenze politiche o convinzioni religiose. Parliamone con il semplice buon senso e quel poco di saggezza che talvolta ripeschiamo dal cilindro.

Possiamo anche pensare di realizzare questo disegno assumendo un diverso punto di fuga cioè quello che non ci inquadra come “perfetti” ma che, diversamente, svela anche il nostro lato più miserabile. Sì, ho utilizzato proprio il termine miserabile: nella sua accezione più compassionevole.

All’interno di questa ritratteggiata comunità, non sarebbe forse più facile guardarci negli occhi con serenità? Senza più lo scarlatto della rabbia e il bluastro della disillusione ma solo con la trasparenza dell’acqua.

Magari (quante stupore potremmo provare!) potremmo addirittura riuscire a perdonare agli altri quello che non tolleriamo di noi stessi.

Magari, dall’altro lato, ci prenderemmo -con rinvigorita buona disposizione d’animo- il nostro “carico” di responsabilità verso la comunità.

(…E l’intimo percorso verso l’individuale virtute e canoscenza sarebbe assai più lieto.)

Comunità e giustizia. Il modello di giustizia riparativa (approfondisci qui) ci propone qualche riflessione.

 

[A Milano, presso l’Organismo di Mediazione DPL Mediazione & Co., il 25-26-27 Ottobre si parlerà di Giustizia Riparativa; a Rivalta di Torino, un Convegno tratterà il tema dei minori a confronto con le regole del sistema familiare e sociale]

 

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